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Episodio 63. L'erosione del controllo del territorio. L'OVRA, la MVSN e gli altri

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In questo episodio 63 cerchiamo di capire e spiegare il ruolo dei Carabinieri nel controllo del territorio durante gli anni trenta e dopo l’importante fase di consolidamento del regime fascista.

Il ruolo dell'Arma dei Carabinieri Reali fu limitato al controllo delle zone rurali, con funzioni di pubblica sicurezza e di polizia giudiziaria, e ancora con l'impiego in ordine pubblico dove però la situazione rimaneva piuttosto tranquilla tenuto conto dell'apparato di regime che la contornava.

Le attività di polizia politica rimasero nelle mani dell'OVRA e da chi ebbe un ruolo nella gestione della pubblica sicurezza tout court e quindi principalmente Arturo Bocchini, il capo della polizia dal 1926 al 1940, mentre parzialmente vi fu un ruolo degli Uffici Politici Investigativi della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale.

Durante il periodo 1933 - 1935, ad esempio, presso l'Ispettorato Speciale di Pubblica Sicurezza per la Sicilia, un tenente colonnello dei Carabinieri Reali, Filippo Caruso, fu encomiato per ben tre volte con queste motivazioni:

- “Intervenuto quale elemento coordinatore, in indagini di natura molto elaborata e complessa, assicurò ad esse mediante la sua efficace collaborazione lo sviluppo necessario per conseguire brillante risultato concretatosi con la denunzia di bene 115 persone associate per delinquere singolarmente responsabili di vari delitti contro la persona ed il patrimonio”. Salemi – Vita (Trapani), ottobre 1933 – marzo 1934.

- “Addetto all’ispettorato Generale di pubblica sicurezza per la Sicilia fu prezioso elemento coordinatore in indagini di natura molto elaborata e complessa e superando con intelligente attività e con alto spirito di sacrificio le difficoltà dell’ambiente, assicurò col suo personale impulso brillanti risultati nei molteplici e delicati servizi per la repressione della delinquenza nell’Isola”. Sicilia, settembre 1933 gennaio 1935.

- “Ufficiale superiore presso l’Ispettorato Generale di P.S. per la repressione della delinquenza in Sicilia, coordinò e diresse con singolare perizia l’azione dei dipendenti, riuscendo ad identificare, dopo oltre otto mesi di paziente lavoro d’investigazione, una pericolosa organizzazione di abigeatori che agiva in tre province dell’Isola composta di ben 225 persone, in maggior parte arrestate, addividendo [addivenendo] al sequestro di ingente refurtiva”. Provincia di Agrigento, Trapani, Palermo, maggio 1934 – gennaio 1935.

Filippo Caruso rappresenta uno dei militari più conosciuti tra quelli che si distinsero negli anni successivi durante la difficile occupazione tedesca di Roma dove egli diede vita, con l’appoggio di militari dell’Arma, alla cosiddetta “Banda Caruso” che tanto diede filo da torcere agli occupanti fino alla liberazione della capitale del nostro Paese.

Dalla semplice lettura delle motivazioni, emerge che il ruolo dei militari dell’Arma all’interno dell’Ispettorato fu orientato verso la polizia giudiziaria e verso il controllo del territorio che la propaganda fascista aveva dichiarato libero ma che, invece, continuava a vedere i mafiosi farla da padroni.

Buon ascolto!

Fonti consultate:

Domizia Carafòli – Gustavo Bocchini Padiglione, Il Viceduce. Arturo Bocchini capo della polizia fascista, Milano, Mursia, 2003;

Giovanna Tosatti, La repressione del dissenso politico tra l’età liberale e il fascismo. L’organizzazione della polizia, in Studi Storici, 1997, n.1;

Alberto Aquarone, La milizia volontaria nello stato fascista, in Alberto Aquarone, Maurizio Vernassa, Il regime fascista, Bologna, Il Mulino, 1974;

Alberto Aquarone, L’organizzazione dello Stato totalitario, Torino, Einaudi, 2003;

Vittorio Coco, Polizie speciali. Dal fascismo alla repubblica, Bari, Laterza, 2017.

Credits per l'immagine di Giuseppe Gueli: Bundesarchiv, Bild 101I-567-1503A-04 / Toni Schneiders / CC-BY-SA 3.0

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Le attività di polizia politica rimasero nelle mani dell'OVRA e da chi ebbe un ruolo nella gestione della pubblica sicurezza tout court e quindi principalmente Arturo Bocchini, il capo della polizia dal 1926 al 1940, mentre parzialmente vi fu un ruolo degli Uffici Politici Investigativi della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale.

Durante il periodo 1933 - 1935, ad esempio, presso l'Ispettorato Speciale di Pubblica Sicurezza per la Sicilia, un tenente colonnello dei Carabinieri Reali, Filippo Caruso, fu encomiato per ben tre volte con queste motivazioni:

- “Intervenuto quale elemento coordinatore, in indagini di natura molto elaborata e complessa, assicurò ad esse mediante la sua efficace collaborazione lo sviluppo necessario per conseguire brillante risultato concretatosi con la denunzia di bene 115 persone associate per delinquere singolarmente responsabili di vari delitti contro la persona ed il patrimonio”. Salemi – Vita (Trapani), ottobre 1933 – marzo 1934.

- “Addetto all’ispettorato Generale di pubblica sicurezza per la Sicilia fu prezioso elemento coordinatore in indagini di natura molto elaborata e complessa e superando con intelligente attività e con alto spirito di sacrificio le difficoltà dell’ambiente, assicurò col suo personale impulso brillanti risultati nei molteplici e delicati servizi per la repressione della delinquenza nell’Isola”. Sicilia, settembre 1933 gennaio 1935.

- “Ufficiale superiore presso l’Ispettorato Generale di P.S. per la repressione della delinquenza in Sicilia, coordinò e diresse con singolare perizia l’azione dei dipendenti, riuscendo ad identificare, dopo oltre otto mesi di paziente lavoro d’investigazione, una pericolosa organizzazione di abigeatori che agiva in tre province dell’Isola composta di ben 225 persone, in maggior parte arrestate, addividendo [addivenendo] al sequestro di ingente refurtiva”. Provincia di Agrigento, Trapani, Palermo, maggio 1934 – gennaio 1935.

Filippo Caruso rappresenta uno dei militari più conosciuti tra quelli che si distinsero negli anni successivi durante la difficile occupazione tedesca di Roma dove egli diede vita, con l’appoggio di militari dell’Arma, alla cosiddetta “Banda Caruso” che tanto diede filo da torcere agli occupanti fino alla liberazione della capitale del nostro Paese.

Dalla semplice lettura delle motivazioni, emerge che il ruolo dei militari dell’Arma all’interno dell’Ispettorato fu orientato verso la polizia giudiziaria e verso il controllo del territorio che la propaganda fascista aveva dichiarato libero ma che, invece, continuava a vedere i mafiosi farla da padroni.

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Fonti consultate:

Domizia Carafòli – Gustavo Bocchini Padiglione, Il Viceduce. Arturo Bocchini capo della polizia fascista, Milano, Mursia, 2003;

Giovanna Tosatti, La repressione del dissenso politico tra l’età liberale e il fascismo. L’organizzazione della polizia, in Studi Storici, 1997, n.1;

Alberto Aquarone, La milizia volontaria nello stato fascista, in Alberto Aquarone, Maurizio Vernassa, Il regime fascista, Bologna, Il Mulino, 1974;

Alberto Aquarone, L’organizzazione dello Stato totalitario, Torino, Einaudi, 2003;

Vittorio Coco, Polizie speciali. Dal fascismo alla repubblica, Bari, Laterza, 2017.

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