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In the South, food and music go hand in hand. They define much of what we think of as Southern culture, and they say a lot about our past, our present, and our future. Each week, Sid Evans, Editor in Chief of Southern Living, sits down with musicians, chefs, and other Southern icons to hear the stories of how they grew up, what inspires them, and why they feel connected to the region. Through honest conversations, Sid explores childhood memories, the family meals they still think about, and the intersection of food and music in their lives. Always surprising, always engaging, Biscuits & Jam is a celebration of the South—and the people who are moving it forward every day. New episodes every Tuesday.
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Emittente antagonista Brescia Milano Cremona Trento Verona
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Emittente antagonista Brescia Milano Cremona Trento Verona
Crisi climatica. Extinction Rebellion ha occupato il Tesla Store di Milano, in piazza Gae Aulenti. Alcune persone si sono incatenate alle ruote delle auto, altre incollate alle vetrine. Aperti due striscioni: “Ecologia per tutte, non fascismo green” e “Make millionaires pay again”. “Una protesta per evidenziare il pericolo della crescente concentrazione di potere economico e mediatico nelle mani di pochi super ricchi, che inquinano come il 66% più povero della popolazione mondiale. Un pericolo molto attuale dopo l’approvazione, ieri alla Camera del ddl Spazio. L’apertura dellla gestione delle rete satellitare italiana a soggetti non europei, prima fra tutti la StarLink di Musk, consoliderà ulteriormente questo potere”. Jacopo, XR Milano, dall’occupazione. Ascolta o scarica…
Un’altra partecipatissima assemblea per proseguire la sensibilizzazione e la mobilitazione contro il nuovo comprensorio sciistico Colere-Lizzola. Centinaia di persone, molti giovani, hanno animato un’assemblea organizzata martedì 4 marzo da alcune realtà come il Collettivo Terre Alt(r)e, Ape Bergamo, Orobie Vive . Diversi gli interventi e le relazioni tra cui quella di un rappresentante delle associazioni promotrici, Angelo Borroni , del sociologo dell’Università di Torino, Filippo Barbera e della coordinatrice scientifica dell’Osservatorio Siccità del CNR-IBE, Ramona Magno . “In questa terza assemblea abbiamo anche discusso di come contrastare questo progetto che prevede il collegamento tra le stazioni sciistiche di Colere e Lizzola con 5 nuovi impianti a fune, di cui uno all’interno di una montagna con un traforo di 450 metri, e che occuperà delle zone non antropizzate e di particolare pregio tanto è vero che sono inserite nell’area protetta più importante della Lombardia “, racconta ai microfoni di Radio onda d’urto Angelo Borroni del Collettivo Terre Alt(r)e, secondo cui “bisogna partire dalle esigenze dei territori e non da progetti precostituiti calati dall’alto con interessi economici evidenti.” Anche Lucio Toninelli di Orobie Vive e consigliere di minoranza nel comune di Vilminore di Scalve ribadisce il punto di partire dalle esigenze per rendere abitabili i luoghi: “ Abbiamo bisogno di un turismo di accoglienza, di villeggiatura. Ampliamo quello anzichè fare grandi strutture, non abbiamo bisogno di nuovi impianti per fermare lo spopolamento: il turismo di massa anzi accelera lo spopolamento perchè provoca l’aumento del costo della vita, delle case; noi proponiamo l’alternativa che si ricrei vivibilità in questi paesi per chi vuole venire a vivere in montagna o rimanerci , quindi ad esempio che siano garantiti i servizi essenziali, medici di base, servizi di trasporto più regolari per arrivare alle scuole…” Ora come procederà la mobilitazione? “ Nel caso venga avviata una conferenza dei servizi, cioè il momento decisionale del progetto, quella di intervenire con le osservazioni da parte delle associazioni e dei cittadini è sicuramente una delle strade che sarà percorsa -risponde Borroni- consapevoli che può risultare insufficiente perchè si scontra con interessi economici molto forti; allora bisogna affiancare questo intervento con la sensibilizzazione e l’opposizione.” Un lavoro questo che non parte da zero perchè ci sono già state partecipate assemblee informative che hanno coinvolto centinaia di persone a Clusone e Vilminore di Scalve per discutere del futuro della montagna e del nuovo comprensorio: “ la popolazione in Val di Scalve credo sia diventata molto più sensibile e più contraria al progetto ; lo misuro anche dalla gente che incontro e che ci incoraggia ad andare avanti. Almeno il sindaco di Vilminore ha percepito questo cambiamento di consenso” chiosa Lucio Toninelli. L’intervista a Angelo Borroni (Collettivo Terre Alt(r)e- Orobie vive e Lucio Toninelli consigliere comunale di minoranza a Vilminore di Scalve Ascolta o scarica…
L’infrastruttura energetica e del gas dell’Ucraina è bersaglio oggi, per la 17esima volta, di missili e droni russi. I raid tra Poltava, Ternopil, Vinnytsia, Ivano-Frankivsk e Kharkiv, con 18 feriti. Molti droni sono stati intercettati e distrutti, dice l’Aeronautica militare ucraina, riferendo che nell’azione di difesa sono stati coinvolti “anche aerei da combattimento tra cui gli F-16 e in Mirage-2000”. Il comunicato sottolinea che “i caccia francesi, arrivati in Ucraina solo un mese fa, hanno preso parte per la prima volta al respingimento di un attacco aereo nemico”. Le parole di Kiev non sono casuali. Sul lato internazionale proprio Mosca e Parigi sono ai ferri corti. Nelle ultime ore è toccato a Putin attaccare Macron: “C’è chi vorrebbe tornare a Napoleone ma ha dimenticato com’è finita”. Macron risponde parlando di “controsenso storico” fatto da un “imperialista revisionista” e ribadendo che Mosca rappresenta “una minaccia esistenziale” per l’Ue. Bruxelles pensa intanto a riarmarsi e a regalare un fiume di miliardi alle industrie belliche, europee e Usa, con fondi tolti – verosimilmente – al welfare. “Siamo in pericolo e dobbiamo difenderci”, dice la Von der Leyen. I 27 sono tutti allineati, a eccezione dell’Ungheria. Imbarazzo per la Meloni, in Italia, costretta a uscire dal silenzio in corso da giorni: chiede generiche garanzie a Bruxelles sul non utilizzo dei fondi per la coesione e Pnrr, no all’invio di truppe, ma Roma apre a spendere 800 miliardi di euro – come ipotizzato dalla stessa Von der Leyen – in armi. Da dove arriveranno questi soldi? Materialmente, nessuno lo sa. Al di là delle chiacchiere registrate a fiumi di Bruxelles, tutto rinviato alla Commissione europea, che presenterà solo al prossimo Consiglio europeo del 20 e 21 marzo le proposte dettagliate su “ReArm Europe” , tecnicamente definito uno “strumento per il finanziamento degli investimenti, gli acquisti congiunti e la cooperazione tra gli Stati membri allo scopo di rafforzare il settore della difesa europea”. Sulla situazione attuale abbiamo sentito Maria Matteo Assemblea Antimilitarista di Torino Ascolta o scarica Abbiamo chiesto a Maria Matteo anche un commento sulla piazza a “sostegno dell’Europa” del 15 marzo Ascolta o scarica Sulle due questioni anche Giorgio Cremaschi di PAP Ascolta o scarica…
Lotto, boicotto, sciopero . È questo lo slogan scelto da Non Una di Meno per chiamare, per il nono anno consecutivo, lo sciopero transfemminista dell’8 marzo . Uno sciopero dal lavoro produttivo, riproduttivo, di cura e dai consumi, dichiaratamente contro violenza patriarcale, guerre e povertà. Uno sciopero che vuole scagliarsi anche contro il governo Meloni, le sue politiche e l’asse dei governi ultra-reazionari, e che presenta una “sfida ulteriore”. “Sappiamo che convocare uno sciopero generale di sabato non è usuale – scrivono lə attivistə nell’appello allo sciopero – ma per noi è fondamentale all’interno del processo di risignificazione e riappropriazione della pratica dello sciopero per tutte quelle persone che ne sono sempre state escluse. Con lo sciopero transfemminista vogliamo rendere visibili e dare riconoscimento a tutti quei lavori essenziali, sfruttati, precari, non riconosciuti come tali, e trovare insieme pratiche di lotta che consentano l’astensione dal lavoro – da ogni forma di lavoro, a cominciare da quello di cura nei contesti famigliari, dato per scontato”. A Brescia , il Collettivo Onda Studentesca ha risposto alla chiamata di Non Una di Meno e organizzato per sabato 8 marzo un’intera giornata di lotta e rivendicazione , che vedrà la partecipazione di diverse realtà e un fitto programma di appuntamenti che si chiuderà con un corteo. La presentazione della giornata di Matilde e Sesilia del Collettivo Onda Studentesca Ascolta o scarica Sempre sulla mobilitazione a Brescia, Renata del Comitato 8 Marzo Ascolta o scarica A Desenzano Non Una di Meno Lago di Garda organizzerà nel pomeriggio dell’8 marzo diverse attività ludiche volte a far luce sui concetti di privilegio e discriminazione , mentre la mattina si uniranno alle attività proposte a Brescia dal Collettivo Onda Studentesca. Siamo entrati nel dettaglio con Letizia di Non Una di Meno Lago di Garda Ascolta o scarica A Milano , invece, il nodo territoriale di Non Una di Meno ha deciso di organizzare per sabato 8 marzo un corteo cittadino , preceduto nei giorni precedenti da numerose iniziative, molte delle quali dedicate alle scuole , come ci racconta Elena di Non Una di Meno Milano, con cui abbiamo approfondito anche come si è arrivatə alla scelta dello slogan di quest’anno Ascolta o scarica A Bologna in mattinata dalle ore 9.30 in piazza Maggiore microfoni aperti e laboratori nell’ambito della giornata di sciopero. Un corteo prenderà il via da piazza XX Settembre alle ore 17. Sentiamo Federica NUDM Bologna Ascolta o scarica Da circa 3 mila euro a oltre 14 mila euro in meno a seconda dell’inquadramento: ecco di quanto differiscono gli stipendi delle donne rispetto a quelli dei loro colleghi in Italia. Una differenza di stipendio ancora ben presente, nonostante una maggiore consapevolezza sul tema e un lavoro costante delle aziende per colmare il gender pay gap. Ne parliamo con Azzurra Rinaldi economista femminista sara’ invece al corteo di Roma Ascolta o scarica L’appello allo sciopero transfemminista contro violenza patriarcale, guerra e povertà L’8 marzo 2025 chiamiamo allo sciopero transfemminista dal lavoro produttivo, riproduttivo e di cura, dei consumi. Abbattiamo i ruoli e le aspettative di genere, per boicottare la riproduzione di un sistema sociale sempre più violento e autoritario. Chi sostiene la cultura patriarcale parla della sicurezza come ordine, controllo, repressione e punizione. Rispondiamo che la sicurezza è l’educazione alla sessualità, alle emozioni e al consenso come materia curricolare fin dalle primarie. La sicurezza sono i servizi sociali per tuttə, centri antiviolenza femministi con finanziamenti adeguati e strutturali, il diritto alla salute e all’autodeterminazione, l’aborto libero, sicuro gratuito, il supporto ai percorsi di affermazione di genere! La sicurezza è finanziare veri percorsi di autonomia e fuoriuscita dalle relazioni violente, accordare i tempi dei processi penale e civile, rigettare la PAS dai tribunali, fermare la vittimizzazione secondaria. La sicurezza è il salario minimo, stipendi dignitosi e contratti adeguati, il reddito di autodeterminazione. La sicurezza è un piano casa, affitti calmierati, quartieri vivibili con spazi verdi e di socialità, contro la solitudine e l’emarginazione. La nostra sicurezza è riconoscere la cittadinanza alle seconde generazioni, abrogare le leggi sull’immigrazione volte a creare clandestini e clandestine, rompere gli accordi italo-libici, aprire le frontiere e chiudere i CPR in Italia e in Albania. La sicurezza è demilitarizzazione. Scioperiamo contro la guerra perché l’escalation bellica è esponenziale: è orribile realtà nelle vite di milioni di persone: dal genocidio a Gaza e in Cisgiordania, la guerra dilaga in tutto il Medio-Oriente. Spacca l’Europa sul confine russo-ucraino, divampa in Congo e in Sudan. Non vogliamo esserne né vittime, né complici. Non vogliamo essere anestetizzate, sopraffatte, manipolate da ciò che succede nel mondo, perché la guerra regola il sistema economico per garantire profitti e potere facendo pagare i costi in termini di vite e povertà alla maggioranza della popolazione sfruttata e divisa. Perché la guerra sostiene ed è sostenuta da governi autoritari, da politiche nazionaliste e fondamentalismi. E c’è bisogno di reagire, di resistere, di dissentire. Scioperiamo contro il governo Meloni e l’asse dei governi ultra-reazionari. Queste destre non hanno freni nella loro esibizione di odio, potere e brama di rivincita. La loro libertà è il privilegio dell’uno per cento della popolazione. Ma i diritti sono indivisibili e se sono concessi a pochi a scapito di altr3, gruppi sociali o minoranze, si chiamano privilegi. Non riconosciamo il femminismo transfobico, salito sul carro governativo: sostenere le lobby antiabortiste nei consultori e negli ospedali, togliere fondi ai percorsi di affermazione di genere, negare i diritti ai minori nat3 in famiglie omogenitoriali, sono incompatibili con l’orizzonte di libertà e autodeterminazione dei corpi e delle scelte di vita. La marea femminista è trans, lesbica, frocia, migrante, razzializzata, antirazzista, antiabilista. Contro il Ddl “Sicurezza” in discussione, che esaspera norme di segregazione e punizione della povertà e criminalizzazione del dissenso, e contro le “zone rosse”. Dopo il Decreto Caivano, in risposta alle violenze sessuali contro due bambine, questo modello viene esportato in sette periferie italiane, al fine di stigmatizzare le zone popolari e “riportare l’ordine”, desertificando il tessuto sociale autorganizzato, come nel caso di Quarticciolo a Roma. Il rimpatrio del torturatore libico Almasri e l’uccisione del giovane Ramy Elgaml durante un inseguimento raccontano bene quanto valga la vita umana per questo governo, quale sia l’effettivo interesse per la sicurezza, per “i giovani e le periferie”. È assodato che femminicidi, transcidi, lesbicidi e violenze accadono innanzitutto nelle relazioni di intimità e nei contesti parentali: continuando a fomentare razzismo e odio di genere e militarizzando le città, il governo gioca col fuoco, sulle vite di tuttə. Chiamiamo lavoratrici, lavoratori e lavoratorə, studentə, disoccupatə, intermittenti, attivistə, sindacalistə, Centri Antiviolenza a partecipare attivamente alla costruzione dello sciopero. Moltiplichiamo le pratiche di sciopero, per estenderle alla città e ai consumi, alle scuole e alle università, ai servizi, alle case ai luoghi di lavoro. Occupiamo lo spazio pubblico e portiamo lo sciopero oltre i confini riconosciuti e sempre più angusti. Boicottiamo le catene di finanziamento della guerra e del genocidio in Palestina aderendo alle campagne di BDS, approfondiamo pratiche di sciopero dai consumi. Chiamare lo sciopero femminista per l’8 marzo quest’anno, di sabato, ci pone davanti ad una sfida ulteriore: sappiamo che convocare uno sciopero generale di sabato non è usuale, ma per noi è fondamentale all’interno del processo di risignificazione e riappropriazione della pratica dello sciopero per tutte quelle persone che ne sono sempre state escluse. Con lo sciopero transfemminista vogliamo rendere visibili e dare riconoscimento a tutti quei lavori essenziali, sfruttati, precari, non riconosciuti come tali, e trovare insieme pratiche di lotta che consentano l’astensione dal lavoro – da ogni forma di lavoro, a cominciare da quello di cura nei contesti famigliari, dato per scontato. Il fascismo contemporaneo sta dilagando e attecchisce su chi non accetta l’autodeterminazione di donne, froce, lesbiche, queer, trans, migranti, seconde generazioni, sex workers, siamo però convinte che la potenza della nostra lotta ha basi solide, che è una trama minuziosa che tessiamo da secoli e che ormai il mondo patriarcale, fascista, coloniale capitalista e razzista non è più sostenibile né a livello ambientale né a livello sociale. E noi siamo insieme e siamo arrabbiate, continuiamo a riprenderci spazio, a immaginare futuri migliori. L’8 MARZO LOTTO BOICOTTO SCIOPERO!…
A Budapest giovedì 6 marzo 2025 seconda udienza del processo contro Maja T., cittadin* antifascista tedesc* illegalmente estradat* in Ungheria nell’ambito dell’operazione repressiva continentale lanciata dal governo Orban contro le mobilitazioni antifasciste che, nel febbraio 2023, si opposero alla calata neonazista da mezza Europa del cosiddetto “Giorno dell’onore”. Mentre Maja è compars* davanti al giudice brutalmente incatenat*, come mostrato dal media indipendente The Brake, un folto gruppo di neonazisti – un centinaio – ha presidiato il tribunale intimidendo amici, parenti e solidali. All’interno, come presunte “vittime” dell’aggressione, sono sfilati alcuni di questi neonazisti come Gyorgy Budahazy, fondatore dell’organizzazione nazista Hunnia, condannato per terrorismo ma poi amnistiato, e László Dudog, esponente delle band nazirock Divízió 88 e Divine Hate, braccio musical-propagandistico del ramo magiaro di Blood and Honour. Il processo è stato aggiornato a giugno e Maja resterà con molta probabilità in carcere fino alla nuova udienza. Già nell’udienza preliminare, Maja aveva rifiutato di patteggiare (spiega il quotidiano Il Manifesto) una condanna monstre , a 14 anni; stando ai capi d’imputazione della magistratura magiara, ne rischia fino a 24. Nel rifiutare il patteggiamento , a fine febbraio, Maja aveva letto una lettera in cui denunciava le durissime condizioni di detenzione: “Non lasciatemi sol*. Il mio caso non riguarda solo me, ma tutti coloro che resistono contro il fascismo e l’ingiustizia”. Clicca qui per la lettera completa diffusa da Maja T. e rivolta a tutte le persone antifasciste in Europa. Su Radio Onda d’Urto la corrispondenza con Matteo, antifascista della campagna Free All Antifas. Ascolta o scarica…
Davanti al tribunale dei minori i pm di Brescia hanno chiesto trent’anni di carcere per Marco Toffaloni, ritenuto uno degli esecutori materiali della strage fascista, di Stato e della Nato di Piazza della Loggia. La strage provocò la morte di 8 persone e il ferimento di oltre 100. Nell’udienza di oggi sono intervenute la pm Bressanelli, che ha depositato anche una memoria, e il difensore d’ufficio di Marco Toffaloni, l’avvocato Marco Gallina. Il processo è aggiornato per eventuali repliche e sentenza al 3 aprile. Sentiamo un commento dall’avvocata Silvia Guarneri, legale di parte civile in altri processi per la Strage. Ascolta o scarica…
Questa mattina all’istituto Rossellini di Roma è stato contestato da studenti e studentesse l’intervento del senatore Roberto Menia di Fratelli d’Italia, che era stato relatore della legge che istituisce la giornata del Ricordo dedicata alle Foibe. Un mese fa il suo intervento era stato fatto saltare dalle proteste degli studenti: la preside aveva deciso di rimandarlo “a data da destinarsi”. Quando hanno scoperto che era previsto per oggi giovedì 6 marzo, studenti e studentesse hanno organizzato un presidio, accolto da un’ingente schieramento di forze di polizia. Presidio che è stato oggi aggirato dal senatore, mentre la polizia ha impedito in modo violento e aggressivo agli studenti di entrare. Sentiamo come è andata da Lou di OSA del Rossellini. Ascolta o scarica…
La sezione anticorruzione della Procura di Belgrado ha formalizzato atti di accusa nei confronti di tre alti funzionari delle Ferrovie serbe , ritenuti responsabili di gravi omissioni nei controlli e nella supervisione dei lavori alla stazione di Novi Sad , dove il primo novembre scorso il crollo di una tettoia esterna provocò la morte di 15 persone. La cattiva gestione dei lavori e delle successive indagini sono stati alla base del massiccio movimento di protesta che va avanti in tutta la Serbia ormai da 4 mesi, contestando tra le altre anche la corruzione dilagante nel Paese. Alta tensione anche dentro il Parlamento serbo , dove martedì i deputati dell’opposizione hanno lanciato bombe fumogene all’interno delle aule istituzionali per protestare contro le politiche governative e in segno di sostegno agli studenti e studentesse in protesta . Srotolato anche uno striscione davanti ai banchi del Parlamento recante la scritta: “la Serbia si è sollevata perchè il regime cada!”. L’intervista a Giorgio Fruscione, analista e ricercatore di ISPI. Ascolta o scarica.…
Due aggressioni fasciste a Venezia in meno di due giorni. La prima è avvenuta in campo Saffa, dove la sede dell’UDU – Unione degli Universitari è stata imbrattata con croci celtiche. L’altra, decisamente più grave, è avvenuta martedì sera, a Rialto. Durante il concerto dei Pick up the tips – gruppo locale che suona spesso negli ambienti di movimento – un manipolo di fascisti ha lanciato una bomba carta verso il palco al grido di “comunisti di merda”. Colpito il fonico del gruppo, che rischia ora di perdere l’udito e il lavoro. “Entrambi gli episodi – spiega il Laboratorio Occupato Morion sulle proprie pagine social – sono la diretta conseguenza della crescente deriva fascista che dal livello locale al nazionale e globale alimenta odio e violenza squadrista. Lo vediamo tanto nella deriva securitaria e repressiva delle leggi, quanto nella legittimità con cui ora i fascisti si sentono di uscire a testa alta dalle fogne, a partire da “bravate” come queste”. In risposta a questi attacchi, il Laboratorio Occupato Morion ha organizzato per oggi, giovedì 6 marzo, alle ore 18,00, un’ assembla antifascista , la seconda nel quadro del percorso partito settimane fa verso un 25 Aprile di lotta. Ai microfoni di Radio Onda d’Urto, il racconto e l’analisi di Tommaso del Laboratorio Occupato Morion Ascolta o scarica…
Flash mob dei Sanitari per Gaza di Brescia indetto per venerdì 7 marzo a partire dalle 12.30 dal piazzale Spedali Civili, in solidarietà con gli Operatori Sanitari di Gaza e dei Territori Palestinesi occupati per chiedere: il “cessate il fuoco permanente, il rilascio degli Operatori Sanitari arrestati, l’accesso umanitario a Gaza per carburante, acqua, cibo, medicinali, aiuti umanitari e personale sanitario, la protezione attiva della popolazione civile e dell’assistenza sanitaria”. Il presidio è stato indetto anche a sostegno del direttore dell’ospedale Kamal Adwan di Gaza , Hussam Abu Safia, 51 anni, arrestato dall’esercito israeliano a Gaza a dicembre e portato nel campo di detenzione militare di Sde Teiman, nel deserto israeliano del Negev, prima di essere trasferito nella prigione di Ofer, situata vicino a Ramallah. “E’ tuttora detenuto- si legge nella nota – gli sono state rifiutate le cure per un problema cardiaco di cui soffre, è stato tenuto in isolamento per 25 giorni e interrogato senza sosta dall’esercito e dalla polizia”. Con noi Siria Garattini, medica del lavoro e dei Sanitari per Gaza di Brescia. Ascolta o scarica.…
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