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Il Sacro Cuore di Gesù . Commento la vangelo - 11.6.2021 - Gv 19,31-3

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11 giugno 2021
IL SACRO CUORE DI GESÙ
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 19,31-37
Era il giorno della Parascève e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via.
Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all'uno e all'altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua.
Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. Questo infatti avvenne perché si compisse la Scrittura: «Non gli sarà spezzato alcun osso». E un altro passo della Scrittura dice ancora: «Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto».
Giovanni evangelista scrive con forza di essere stato testimone delle profezie sul Messia: “Non gli sarà spezzato alcun osso” (Cf Salmo 34,21) e “Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto” (Zc 12,10). Esse riguardavano il modo della morte del Messia: la morte per crocifissione non avveniva per danni al cuore, ma per lenta agonia, dovuta a dissanguamento e soffocamento, cosa che venne accelerata per i crocifissi sul Golgota, quella sera di preparazione del Sabato di Pasqua.
Quando anche tutto sembra determinato dagli uomini, Dio riserva a sé la volontà dell’accadimento dei fatti: la crocifissione era stata profetizzata e quindi preparata da secoli per il Messia (Cfr Sal 22,16; Is 53,5).
Ma anche se tale pena causava una modalità di morte, tuttavia la profezia riguardava il cuore: non per lenta agonia, né per soffocamento provocato con lo spezzare le ossa delle gambe doveva sopraggiungere la morte, ma per il cuore spaccato dal dolore morale. Giovanni sotto la croce aveva in mente le profezie, e nello strazio di quell’ora si doveva aggiungere anche l’apparente contraddizione dei fatti con le profezie.
Ma avvenne quello che non era prevedibile per le volontà umana: Gesù era già morto e questo meravigliò i soldati, tuttavia, per assicurare il compimento degli ordini, fu colpito il cuore di Gesù.
Poteva accadere che nonostante la constatazione della morte il soldato applicasse quello che era stato riservato, cioè il colpo di mazza alle gambe, ma non fu così: un colpo d lancia squarciò il cuore del Messia e rivelò che esso era stato colpito da un infarto, perciò emise una grande quantità di acqua, visibile insieme al sangue.
Gesù era morto donando per amore la sua vita, i dolori che lo avevano colpito erano infiniti sul corpo, ma nessuno capiva quello che soffriva il suo cuore, per il peccato degli uomini e soprattutto per la durezza alla conversione, ed insieme per l’angoscia di dover lasciare la Madre sola, in quel mondo violento e feroce contro il Messia e dunque anche contro sua Madre.
Il mistero della redenzione dell’uomo passa attraverso la volontà di salvezza di Dio che incarnandosi dona un cuore per la sofferenza che esprime amore per i peccatori da salvare. Il cuore di Dio, cuore di amore, si incarna e si spezza per amore della creatura perduta e quel dolore riversato con amore e per amore costituisce la nostra salvezza.
Quel cuore squarciato si fa visibile, per decreto divino: lo squarcio del costato e del cuore diventa il modo per mostrare l’amore divino, ed insieme il mezzo della redenzione.
Sono due le manifestazioni mistiche che lo confermano e approfondiscono la nostra comprensione: la rivelazione del Sacro Cuore a Santa Maria Margherita Alacoque e della Divina Misericordia a Santa Faustina Kowalska, a queste si può aggiungere la rivelazione a Madre Speranza dell’Amore Misericordioso.
La centralità del Cuore di Gesù, riguardo alla redenzione ed alla misericordia, dà il senso a tutte le sofferenze del Cristo, in quanto uomo sofferente, in quanto Dio incarnato per essere vittima espiatoria. Il Cuore di Gesù è il centro della sua volontà d’amore sacrificale, vero cuore umano, vero cuore divino, vera espressione della volontà del Figlio in sintonia con quella del Padre.
Inoltre, la morte di Gesù è per mano degli uomini, ma essa è preordinata dal Padre e voluta dal Figlio. Se la causa materiale fu per l’intenzione umana, la volontà di Dio di mettersi nelle mani degli uomini malvagi rimane precedente e libera. Subì la morte Gesù, ma perché liberamente offrì la propria vita: “Per questo il Padre mi ama: perché io offro la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie, ma la offro da me stesso, poiché ho il potere di offrirla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo comando ho ricevuto dal Padre mio.” (Gv 10, 17-18).
La sovranità di Dio rifulge sul gesto di amore che è pienezza di volontà attiva, rivela la onnipotenza di Dio, la superiorità su ogni evento anche di volontà contrarie alla sua. Nulla sfugge alla sua mano ed ogni goccia del nostro dolore è contato dalla sua misericordia.
Dio vi benedica!
Gabriele Nanni
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Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all'uno e all'altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua.
Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. Questo infatti avvenne perché si compisse la Scrittura: «Non gli sarà spezzato alcun osso». E un altro passo della Scrittura dice ancora: «Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto».
Giovanni evangelista scrive con forza di essere stato testimone delle profezie sul Messia: “Non gli sarà spezzato alcun osso” (Cf Salmo 34,21) e “Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto” (Zc 12,10). Esse riguardavano il modo della morte del Messia: la morte per crocifissione non avveniva per danni al cuore, ma per lenta agonia, dovuta a dissanguamento e soffocamento, cosa che venne accelerata per i crocifissi sul Golgota, quella sera di preparazione del Sabato di Pasqua.
Quando anche tutto sembra determinato dagli uomini, Dio riserva a sé la volontà dell’accadimento dei fatti: la crocifissione era stata profetizzata e quindi preparata da secoli per il Messia (Cfr Sal 22,16; Is 53,5).
Ma anche se tale pena causava una modalità di morte, tuttavia la profezia riguardava il cuore: non per lenta agonia, né per soffocamento provocato con lo spezzare le ossa delle gambe doveva sopraggiungere la morte, ma per il cuore spaccato dal dolore morale. Giovanni sotto la croce aveva in mente le profezie, e nello strazio di quell’ora si doveva aggiungere anche l’apparente contraddizione dei fatti con le profezie.
Ma avvenne quello che non era prevedibile per le volontà umana: Gesù era già morto e questo meravigliò i soldati, tuttavia, per assicurare il compimento degli ordini, fu colpito il cuore di Gesù.
Poteva accadere che nonostante la constatazione della morte il soldato applicasse quello che era stato riservato, cioè il colpo di mazza alle gambe, ma non fu così: un colpo d lancia squarciò il cuore del Messia e rivelò che esso era stato colpito da un infarto, perciò emise una grande quantità di acqua, visibile insieme al sangue.
Gesù era morto donando per amore la sua vita, i dolori che lo avevano colpito erano infiniti sul corpo, ma nessuno capiva quello che soffriva il suo cuore, per il peccato degli uomini e soprattutto per la durezza alla conversione, ed insieme per l’angoscia di dover lasciare la Madre sola, in quel mondo violento e feroce contro il Messia e dunque anche contro sua Madre.
Il mistero della redenzione dell’uomo passa attraverso la volontà di salvezza di Dio che incarnandosi dona un cuore per la sofferenza che esprime amore per i peccatori da salvare. Il cuore di Dio, cuore di amore, si incarna e si spezza per amore della creatura perduta e quel dolore riversato con amore e per amore costituisce la nostra salvezza.
Quel cuore squarciato si fa visibile, per decreto divino: lo squarcio del costato e del cuore diventa il modo per mostrare l’amore divino, ed insieme il mezzo della redenzione.
Sono due le manifestazioni mistiche che lo confermano e approfondiscono la nostra comprensione: la rivelazione del Sacro Cuore a Santa Maria Margherita Alacoque e della Divina Misericordia a Santa Faustina Kowalska, a queste si può aggiungere la rivelazione a Madre Speranza dell’Amore Misericordioso.
La centralità del Cuore di Gesù, riguardo alla redenzione ed alla misericordia, dà il senso a tutte le sofferenze del Cristo, in quanto uomo sofferente, in quanto Dio incarnato per essere vittima espiatoria. Il Cuore di Gesù è il centro della sua volontà d’amore sacrificale, vero cuore umano, vero cuore divino, vera espressione della volontà del Figlio in sintonia con quella del Padre.
Inoltre, la morte di Gesù è per mano degli uomini, ma essa è preordinata dal Padre e voluta dal Figlio. Se la causa materiale fu per l’intenzione umana, la volontà di Dio di mettersi nelle mani degli uomini malvagi rimane precedente e libera. Subì la morte Gesù, ma perché liberamente offrì la propria vita: “Per questo il Padre mi ama: perché io offro la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie, ma la offro da me stesso, poiché ho il potere di offrirla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo comando ho ricevuto dal Padre mio.” (Gv 10, 17-18).
La sovranità di Dio rifulge sul gesto di amore che è pienezza di volontà attiva, rivela la onnipotenza di Dio, la superiorità su ogni evento anche di volontà contrarie alla sua. Nulla sfugge alla sua mano ed ogni goccia del nostro dolore è contato dalla sua misericordia.
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